I legumi

A volte cerco di diventare una versione migliore di me e questo si riflette nella spesa al supermercato, in particolare quando compro i legumi.

Quando compro i legumi vuol dire che voglio cambiare, abbracciare una nuova vita di fribre e benessere, abbandonare le schifezze.

I legumi vengono riposti in un armadietto della dispensa e dimenticati, non è mai la sera giusta per la mia zuppa di buoni propositi.

Dopo qualche mese, in particolare quando si avvicina la data di scadenza, sposto i legumi dall’armadietto alla luce della ribalta, sulla mensola, così posso vederli ogni giorno. Come se per sceglierli avessi bisogno di averli sotto il naso. Adesso fanno parte della montagna di ciarpame che diventa invisibile perchè fa parte dell’arredamento. Non è un destino semplice, essere acquistati da chi non ha intenzione di mangiarti e ricorrerebbe a qualsiasi sotterfugio psicologico pur di dimenticarti. Neanche quando li sposto per prendere il pane, mi viene in mente che potrei cucinarli. Non lo ammetto consciamente ma vedo il pensiero dormire sotto strati di consapevolezza: sto solo aspettando che scadano per delegare la responsabilità del buttarli via al loro ciclo di vita troppo breve. E’ solo un anno che sono con me, e io ho ricette pianificate per più a lungo di così.

Ieri, il giorno è arrivato. Ho chiamato mio figlio, gli ho detto:

“Tieni, gioca con questi!”

Alla fine a qualcuno hanno fatto bene.

La zuppa

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