La corsa del mattino

Un paio di volte alla settimana porto all’asilo il mio bambino e poi vado a correre. Lo faccio perché a volte sognavo di tornare a correre e mi emozionavo a quell’idea, e poi perché non si chiudono più i jeans, la zip esplode ogni volta che mi siedo e io non posso vivere in piedi per evitare che la mia pancia detoni le cerniere del mondo.

Ci sono vari percorsi che scelgo a seconda di come mi gira e poi per evitare le salite feroci che circondano questo villaggio: questa mattina sono andata verso un paesino che si chiama Strathaven. Sono sempre strade tranquille, dove non incontro nessuno o quasi, ma vedo tante pecore, mucche e uccelli. Oggi ho avuto una visione: con la coda dell’occhio ho intravisto qualcosa sulla mia sinistra. È stato strano perché l’ho riconosciuto per averlo visto mille volte nei film, ne avevo un’idea ben precisa ma non credo di averlo mai visto nella realtà.

Era un cavallo al galoppo. Qualcuno lo stava cavalcando sulla strada, l’ho visto correre con la criniera al vento, veloce, e poi sparire dietro la curva laggiù , oltre il prato.

Non sapevo che un cavallo al galoppo potesse essere così magnifico, era la libertà e la bellezza di una corsa del mattino, le cose che si rivelano in un giorno di solstizio.

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