May is just a Mont

Tre giorni alla fine di Maggio. Lo accuso da quando è iniziato ma lui è solo un tempo che mi contiene, c’ero io dentro questi ventotto giorni.
Stasera ci ripenso e mi ritorna la sua intensità, giorni ore minuti secondi densi e profondi come una galassia di cioccolato, struggenti e distruggenti come una canzone dei Nirvana o una risposta sbagliata.
Ripenso al parco di fine giornata, se il regno dei cieli è dentro di me io ci posso arrivare di corsa, mi raggiungo meglio quando costretta alla fatica.
C’è stata anche la musica, tantissima, sempre, è stato bello riempire di canzoni la mia vita, mi sembra di essere a un festival da un mese con la tenda piantata sotto il main stage, sorda di emozione.
C’è stato parlare con me per poi non ascoltarmi, ma rimane la certezza di volermi molto bene.
C’è stato un grande amore per Glasgow, questa città mi dà conforto, do i baci all’aria perché è il mio posto nel mondo. Non so cos’è che ci lega, se i gabbiani obesi nel parcheggio del Lidl o le giornate infinite, il cielo grigio sui palazzi rossi o il suo modo di far risplendere la mia malinconia facendola diventare una risata.

Secondo me tutti hanno bisogno di un mese di Maggio come il mio, per perdersi e ritrovarsi, bere una birra e ricominciare.

Da giugno.