La forma del ritorno è binaria, dico che torno a casa sia alla partenza che all’arrivo tre giorni dopo. In questo movimento io sono la marea tra la spiaggia e il centro del mare, che marea è mare spiaggiato e io cuore italiano scozzesizzato.
Tornare sarebbe solo arrivare senza nessuno ad aspettare, invece io torno sempre, ho la fortuna di amici resistenti e di una mamma che chiede ancora cosa vuoi che ti prepari. La risposta è sempre il carpione, per lo stupore della mia amica Vale che da Milano non lo ha mai sentito nominare mentre io pensavo fosse universale.
Questo ritorno lo faccio a tappe: una sera a Milano da Vale che mi compra il San Daniele e la Burrata facendomi felice e per sempre amica, un treno lampo per Bologna, tre ore a Forli’ che ricorderò per la pasta alle vongole e il semifreddo al lamponi più buoni del mondo, la strada familiare verso Asti casa e un aereo che riparte da Torino. Quattro giorni contengono più ore, più cibo, più incontri, 24×4 adesso che sono brava a fare i calcoli non fa solo più 96.
24×4 adesso che faccio le proporzioni, chiedendo a google come sempre, fa cento per cento di me diviso in due pezzi costanti, cinquanta per cento con te ancora sul nostro divano e poi un cinquanta quaggiù, a mangiare, parlare, ascoltare.
Ogni giorno facciamo notte, dormo poi quando muoio come dice Tommy, adesso devo andare a salutare Francy che scuote la palla di neve che gli ho portato, c’è dentro il mostro di Loch Ness,
Che bello c’è un draghetto
Dice lui con la sua erre scivolosa, siamo fuori e io lo rapisco per un momento, che con un abbraccio quando è forte ti porti via un pezzo, e un pezzo lo lasci lì.
In novantasei alla seconda ore c’è tempo per un sacco di cose: il momento pensione con Marinella e Lorenza a sorseggiare camomilla sul divano, anche se Lorenza voleva bere la birra e lo scriviamo per non rovinarle la reputazione, l’aperitivo del sabato pomeriggio dopo il parco giochi, quando Nicole cerca di bere il mio prosecco e io la lascio fare, sono l’amica di mamma dall’estero, ho la flessibilità sventata di chi non mette le calze col vento, siamo ad Aprile e oggi è la mia primavera. La cena con le vecchie amiche, il ridere sempre un casino e il prendersi in giro, il riuscire a vedere tutti o quasi, in uno sforzo collettivo che mi fa sempre stupore e amore. Le chiacchiere di fine serata in piazza con Kiki, l’altalena del tornare indietro e poi guardare avanti, quelle conversazioni che amo da sempre coi nostri ricordi e le domande del poi. Fiorio a ogni costo prima di partire trascinando la valigia sui ciottoli, il pensiero del gelato che scioglie la fatica.
I messaggi per te, così ci sei anche tu qui con me.
E poi tutte queste foto per ricordarmi di ogni minuto, lungo come l’universo, pieno di tutto.
cos’è il carpione?
(evidentemente una grossa carpa, ma come la mangiate?)
Ahah nooo il carpione è un… come dire, è pollo in questo caso ma può essere anche altre cose in un intingolo di aceto, erbe, sapori vari. Mia mamma lo da con l’aceto balsamico. Niente pesce!
Mi stai dando un dolore, crollano le certezze, lentamente mi spengo.
Fiiico!
io credevo il carpione che fosse un modo per cucinare l’anguilla… infatti mi chiedevo cosa c’entrasse col piemonte…
In piemonte eà una marinatura ‘ appena scoperto da wikipedia. Eà una cosa buonissima, forse altrove si chiamerebbe agrodolce.
Un post pieno di bellezza. Ma soprattutto il carpione , patrimonio Unesco!
You know what I am talking about!
Quanto mi piaci, Aurorina! Sempre spontanea e genuina nella scrittura.
❤
Grazie Ophelina, se me lo dici tu con tutte le cose che leggi vale un sacco di punti!
Ti ho mai detto quanto mi piacciono i tuoi capelli?
“Vivere ogni minuto”: ecco cosa leggo io nelle tue parole. E, nel frattempo, mi scende giù una lacrimuccia.
Per quanto si possa stare bene lontane, casa mancherà sempre e la lontananza renderà ogni nostro rientro sempre più speciale.
Ecco!! Aurora! Me lo sono sempre chiesto quale fosse il tuo nome… Impronunciabile x la mia r arrotata..☺️
La Merion che legge da un sacco di tempo e non ha mai commentato..