Inizia ogni mio giorno con una caffettiera, il fornello e’ un angolo fuorisede con la presa in un’altra cucina, c’e’ mia mamma che beve il caffe’ mentre io sono ancora bambina.
Sono italiane anche le mie parole, proprio quelle di inizio mattino: Ora e’ tardi Ciao Mac vado via Non ti alzi? di la’ c’e’ il caffe’.
Poi nel giorno sono di tutti e due: sono inglese, britannica, scots, dico cose da vera regina, italiana la pausa con voi, le parole gli amici le mail. Italiano all’estero e’ questo, questo filo che non tagli mai, con due lingue e una vita in cloud , per usare un po’ di gergo IT.
Non importa che luogo ci sia nei confini all’infuori di me, io qua dentro amministro le cose con in mente le mie regole. C’e’ il rispetto che devo portare alla gente che mi ronza intorno, amo dire le cose con garbo, lavorare di impegno e onesta’. Sono fatta cosi’ con le idee, me ne scelgo un manipolo e poi me le tengo come manifesto, per capire qualcosa di me.
Questi giorni son extra importanti, sono i giorni del mio incominciare. Il mio nuovo lavoro mi fa contenta e stanca, come un’esplorazione antartica, e ho scoperto un auspicio che amo: quando dicono Welcome on board.
Proprio adesso anche piu’ di prima, ogni volta che compio un’azione trovo due responsabilita’: devo fare le cose per bene per il marchio piu’ mio, Riru Mont, che non sia come un piede suino che mi lascia un’impronta di fango, che poi qui hanno ovunque moquette. E poi dai, sono anche italiana, nelle menti di questi scozzesi. Ecco allora mi impegno di piu’, penso bene e imparo veloce, e anche se sembra sempre di no siamo in tanti italiani cosi’.
Che il mio Paese mi fara’ anche fare figure di merda, ma io al mio Paese non ne voglio far fare.